Ecomuseo di Melendugno
Concorso di progettazione per la valorizzazione e riqualificazione integrata del paesaggio costiero di Melendugno – in 2 Fasi
3°classificato
in collaborazione con stARTT studio di architettura
Premessa
“faire le plus possibile avec et le moins possibile contre”. Gilles Clement1 («incontri del Terzo Luogo», Lecce, 2014)
Gilles Clément ha teorizzato un rapporto tra uomo e natura che non si ferma alla contrapposizione tra dominato e dominatore. Non si tratta di un rapporto di spaventata sottomissione dell’uomo alla natura, né di un dominio totale dell’uomo su di essa. Piuttosto di una relazione simbiotica e di cura reciproca, in cui l’uomo ha il compito di agire il minimo indispensabile per permettere la maggiore diversità possibile.
L’Ecomuseo del Paesaggio Costiero di Melendugno lo abbiamo immaginato come un “giardino” dove il suo “giardiniere” è l’intera comunità, in cui le “diversità” che lo connotano sono garanzia di futuro. Occorre conoscere, recensire e proteggere le diversità. Pertanto, le azioni progettuali che abbiamo ipotizzato sono un andare con, non contro, la natura, assecondare, osservare e intervenire meno possibile. L’idea è di creare un nuovo modo di affrontare il paesaggio, privilegiandone l’aspetto dinamico e l’evoluzione naturale, minimizzando l’intervento dell’uomo. L’intenzione profonda è quella di avviare un processo di conoscenza che costruisca consapevolezza nelle comunità e che riporti l’uomo all’interno della continua evoluzione degli ecosistemi. Quindi, non più esseri parassiti nei confronti delle risorse della Terra, ma buoni giardinieri. Infatti siamo partiti dalla constatazione che l’ecomuseo esiste già, quello che occorre è un gioco di dispositivi logici che lo sveli, lo preservi e lo incrementi attraverso azioni minime di cura delle diversità, coinvolgendo le comunità, lasciando spazio alla spontaneità, all’invenzione e all’innovazione.
Conoscere, recensire e proteggere le diversità
Secondo il Codice Urbani (Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n° 42) tutti i beni culturali devono essere tutelati, cioè riconosciuti, conservati e protetti per essere trasmessi alla posterità, ma devono essere anche divulgati, utilizzati e resi fruibili e accessibili. Pertanto, la tutela di un bene passa attraverso la sua valorizzazione intendendo con questo termine “l’attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza, conservazione dei beni culturali e ambientali e ad incrementarne il loro radicamento nel territorio, proponendo processi capaci di rinnovarne l’uso, mettendo in rete i beni di quel territorio, la loro identità, il loro rapporto con i cittadini, in una prospettiva di sviluppo”.
Il progetto prevede due livelli di intervento:
- uno materiale costruito per azioni minime atte ad assecondare la dimensione di incertezza del paesaggio legata alla sua continua trasformazione ed evoluzione e proteggere dai fenomeni di erosione e alterazione della biodiversità riqualificando i tratti costieri urbani e i corridoi biotici esistenti;
- uno immateriale finalizzato a conoscere, recensire e svelare le sue infinite diversità, riqualificando il ruolo dei percorsi e dei sentieri, coinvolgendo le comunità rendendole partecipi di un processo di “riconoscimento consapevole” dell’importanza di un ecomuseo nel territorio melendugnese.
1 Gilles Clément, ingegnere agronomo, botanico, entomologo e scrittore, viene riconosciuto oggi come uno dei più grandi paesaggisti e teorici del giardino. Attraverso la sua attività letteraria e paesaggistica richiama con entusiasmo ad un nuovo modo di affrontare il giardino, privilegiandone l’aspetto dinamico e l’evoluzione naturale, minimizzando l’intervento dell’uomo. I suoi tre celebri concetti sul giardino, Jardin en Mouvement, Jardin Planetaire e Tiers-Paysage, hanno in comune l’interrogativo di quale sia il posto dell’uomo all’interno degli ecosistemi del pianeta, in continua evoluzione. Clément chiede a sé stesso e a tutti noi abitanti del globo, se vogliamo essere come parassiti nei confronti delle risorse della Terra o buoni giardinieri.